Navigando su questo sito web accetti i cookie che servono per servizi e pubblicità. Per informazioni leggi l'informativa qui

Torna alla HOME PAGE

HOME

● Chi siamo

FAQ

Editing servizi

News

Scrivi per noi

Invia la notizia

 ● CERCA


TRASFORMAZIONI NELLA COMUNICAZIONE

ARTISTICA E SOCIALE A CAVALLO DEL XX SECOLO

Appunti in breve tesi di Marco Maraviglia -2 Luglio  2002-

 

2a PARTE

 

Indice:

 

1a PARTE

Contributi tecnologici della fine del XX secolo

 

- Fotografia Digitale

- CTP (Computer to Plate)

- Acrobat e PDF

- Trasmissione dati

Nuovi scenari del digitale

- petrolio, ecologia, nuove energie?

Il problema della rappresentazione dello spazio

- “camera ottica” e prospettiva

La luce: teoria ottica e corpuscolare

- Diffrazione

- Rifrazione

- Riflessione

2a PARTE

Fotografia: nascita, riproduzione della realtà ed altre storie

 

Storia delle Arti Visive

(le fasi principali)

- Realismo

- Impressionismo

- Espressionismo

- Cubismo

- Fauvismo

- Futurismo

- Astrattismo

- Dadaismo

- Costruttivismo

- Surrealismo

- Arte Digitale

3a PARTE

Influenze della letteratura nella comunicazione

- Positivismo

- Verismo

- Giovanni Verga

- Retroscena ottocentesco

- Crisi del Positivismo

- Decadentismo

- Simbolismo

- Scapigliatura

- I Crepuscolari

- Luigi Pirandello

- Uno nessuno centomila

- Eugenio Montale

Dissenso e consenso nella comunicazione

Conseguenze di un regime totalitario

Conclusioni

 

 

 

FOTOGRAFIA: la nascita della fotografia,

la sua riproduzione fedele della realtà ed altre storie.

1839: a Parigi il 7 Gennaio viene presentato all’Accademia di Francia il processo dagherrotipo (da “Daguerre”, padre ufficiale della fotografia).

La fotografia è stata definita da qualcuno come l’invenzione del IX secolo. E non a caso.

Gli stravolgimenti che ha portato la fotografia nel campo dell’arte, della comunicazione, nell’industria, è storia: il ritratto non era più necessariamente un dipinto e con esso l’arte intera subì da quel momento in poi un processo innovativo, di liberalizzazione, di anarchia per dare forma finalmente a manifestazioni artistiche non più di tipo accademico.

La riproduzione fedele della realtà era permessa finalmente dal nuovo mezzo e la stessa fotografia entrava a far parte di quel nuovo processo di ricerca artistica: la fotografia diventava callotipia, rayogramma, fotogramma, entrava nell’arte concettuale, nel dadaismo… anche se inizialmente una parte di pittori dichiarò l’arte morta con la nascita della fotografia.

 

1839: Paul Delaroche: “da oggi la pittura è morta !”.

Ma in effetti l’invenzione della fotografia ed il relativo perfezionamento si è avuto fin dai primi anni, grazie alla curiosità di artisti della pittura e/o di altre forme d’arte, che hanno sfruttato le scoperte degli scienziati.

Daguerre era pittore !

Talbot faceva già uso della camera oscura per ottenere i disegni dei suoi paesaggi che dipingeva a livello dilettantistico.

Nièpce assecondava il figlio pittore nell’uso della litografia.

 

1888: viene introdotta la Kodak N°1 “voi premete il bottone, noi facciamo il resto !” diceva lo slogan.

 

1912: viene presentato il Fotodinamismo ai futuristi.

 

Abbondano gli esempi di artisti che si ispirano, per loro concezioni formali,

a fotografie che si ispirano a dipinti nei quali erano già insiti elementi formali

della fotografia.

Oggi, possiamo finalmente ritenere concluso il dibattito creato tra fotografia e pittura,

potendo individuare un’autonomia di linguaggio della fotografia in arte

(Scharf)

 

La fotografia è attualmente un mezzo indispensabile nella comunicazione pubblicitaria, editoriale, giornalistica.

Una campagna pubblicitaria vincente ha un buon visual. Una notizia d’attualità è più d’impatto se accompagnata da un’immagine che racconti la notizia di per sé.

Con la fotografia possiamo comunicare fatti, avvenimenti, emozioni, senza confini spazio-temporali. Occorre però sapere che il messaggio che “spediamo” attraverso una nostra foto, arrivi a coloro che devono comprenderlo attraverso la decodificazione di un lessico comune.

Anche la fotografia come ogni messaggio ha un suo mittente (il Fotografo) ed un suo destinatario (l’osservatore della foto, il target). Un fotografo pubblicitario deve tener presente dei principi indispensabili per la realizzazione delle immagini che dovranno essere lette da un pubblico per il quale un’azienda investe qualche migliaio di euro in campagne pubblicitarie.

La comunicazione in pubblicità deve essere diretta, semplice, chiara, con segni che facciano identificare il pubblico a cui è rivolta la campagna. Valgasi per le immagini dei libri, a cominciare dalle copertine.

Occorre che chi realizza la foto o comunque il layout, sia in armonia col ritmo del momento sociale, del target da coinvolgere, sia in sintonia con il contesto in cui deve essere posizionato il prodotto o servizio da pubblicizzare.

Occorre che si conosca il significato dei colori.

Occorre sapere che la luce è “musica visiva” dove la pellicola (o la scheda di memoria) è il pentagramma ed il fotografo non deve fare altro che creare l’atmosfera giusta dipingendo opportunamente con la luce su quel suo pentagramma.

Perché la fotografia è appunto jvV=luce e grajw=scrivere; scrivere con la luce. Dipingere, forse.

Ed ogni luce ha il suo colore. Ed ogni colore ha la sua atmosfera. Colori caldi. Colori freddi.

Un tramonto è arancione, giallo, rosso… ed emana sensazioni di tepore, calore, serenità…

Un’alba è bluastra, fredda…

E poi controluce, high-key e low-key…

 

Torna su

STORIA DELLE ARTI VISIVE

1839: Paul Delaroche “da oggi la pittura è morta !”

Se la fotografia è un potente riproduttore della realtà, non da meno lo era la pittura che si andava sviluppando tra il 1840 ed i primi del ‘900…

Con lo sviluppo della fotografia, l’arte pittorica subì finalmente una scossa che segnò il tramonto della pittura accademica volta fino a quel momento alla riproduzione perfetta di un mondo che però non esisteva in quanto mitologica, classica, religiosa.

Il passaggio ad altre forme d’arte più libere fu abbastanza graduale.

 

PROMEMORIA TEMPORALE:

Impressionismo

1874-1886

Espressionismo

1880-1930

Cubismo

1900

Fauvismo

1905-1907

Futurismo

1909-1919

Astrattismo

1910

Dadaismo

1915-1922

Costruttivismo

1919

Surrealismo

1924

 

Realismo

Col Realismo si cerca la riproduzione della realtà attraverso la violenta denuncia del sistema politico e sociale e la presa di coscienza dell’artista che cerca infatti di comunicare attraverso l’ironia, la caricatura, l’ipocrisia del mondo borghese e la sofferenza del contadino, del proletario.

Col Realismo, cui massimo esponente era Gustave Courbet, si evidenziavano dettagli della vita reale, ma è con l’impressionismo che l’artista pittore si libera dai canoni accademici accollandosi tutti i commenti negativi dei critici del periodo.

 

Impressionismo

Possiamo dire che l’Impressionismo nasce nel 1874 con la prima mostra presso lo studio del fotografo Nadar che ospitò coloro che erano emarginati dai tradizionali salons d’arte.

Impression, soil levant era il titolo di un quadro di Claude Monet, amico del precursore Edoward Manet, dal quale fu tratto il nome del nuovo genere artistico.

L’impressionista non si fermava di fronte a ciò che l’occhio vedeva, ma andava oltre, esplorando il territorio della percezione visiva abolendo pertanto le regole della prospettiva, della definizione dei contorni e dei colori… l’immagine che osservavano  era un processo molto più dinamico da percepire e da convertire in 2 dimensioni. L’impressionista, sensibile alle teorie ondulatoria e corpuscolare della luce, ne studia il movimento, la vibrazione, il colore che cambia a seconda dell’orario, a seconda degli oggetti che si trovano accostati tra di loro. L’ombra non è chiara o scura, ma il risultato del riflettersi della luce combinatasi coi colori di oggetti circostanti e le sue pennellate rapide e virgolettate sono fatte di colori puri che colgono l’attimo fuggente, escludendo il bianco ed il nero che sono dei non-colori. Cercano di rendere la mobilità delle cose e pertanto uno dei loro soggetti preferiti è l’acqua come il mare nel soil levant  o lo stagno delle ninfee di Monet con la giustapposizione di colori puri (primari e secondari) che pur essendo diversificati sulla tela si fondono nella rètina dell’occhio dando sensazione di brillantezza superiore a quella che darebbero i colori già preparati.

Le sue immagini sono realizzate in tempi rapidi perchè deve rappresentare il momento, l’istante, prima che le condizioni di luce possano mutare ciò che egli vede.

L’impressionista abbandona l’atelier per riprendere dal vivo, en plein air (all’aria aperta), senza disegno preparatorio, i caffè parigini, i cabaret e la vita del periodo. L’invenzione del colore in tubetti lo facilita in questa sua impresa.

L’impressionista rivede il proprio ruolo di artista di fronte all’avvento della fotografia che si aveva in quel periodo.

Il suo modo di rapportarsi di fronte all’invenzione del secolo è positivistico in quanto abbraccia le nuove teorie della luce fino ad arrivare all’impressionismo scientifico di George Seurat (pron. Sorà) che attraverso il Puntinismo, ovvero la combinazione dei colori puri in punti estremizzava lo studio della luce attraverso vere e proprie sperimentazioni ottiche.

 

1886: ultima mostra dell’Impressionismo.

 Torna su

Espressionismo

Dopo questa profonda evoluzione artistica data dall’Impressionismo sullo studio del colore, questo diventa espressione dell’animo attraverso l’olandese Van Gogh che incontra a Parigi gli impressionisti Monet, Degas, Pissarro, Renoir, il quale fa sue le tecniche impressionistiche, ma dando al colore e al disegno tutto, un significato psicologico, che rispecchia lo stato d’animo dell’artista. Era l’inizio dell’Espressionismo. Quello di Edvard Munch che attraverso il suo quadro l’urlo (1885), trasmetteva lo stato d’ansia, del rapporto angoscioso che l’artista prova nei confronti della vita:

 

Camminavo lungo la strada  con due amici

Quando il sole tramontò

Il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue

Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad un recinto

Sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco

I miei amici continuavano a camminare ed io tremavo ancora di paura

E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura

(Edvard  Munch)

 

L’arte pittorica insomma, grazie al continuo distaccarsi dalle regole accademiche, diventa progressivamente un mezzo di espressione, di comunicazione dell’artista che avverte in sé i momenti sociali del periodo che vive, rappresentandoli  o ribellandosene talvolta in forma estrema.

 

Cubismo
Il cubismo è il primo effetto della ribellione artistica alle regole che nasce in vista di quel periodo che si andava formando, in cui il mondo sarebbe stato dominato dal comunismo in russia, il nazismo in Germania, il fascismo in Italia e dal franchismo in Spagna.
L'atmosfera, come in situazioni di proibizionismo che scatenano trasgressioni e regole infrante, era opprimente per chi aveva la mente libera come intellettuali ed artisti.
Pablo Picasso (1881-1973), nel suo processo di ribellione, culminante nel suo Guernica che rappresentava l'orrore della guerra civile in Spagna, iniziò artisticamente a svincolarsi dalle leggi basate sulla concezione spazio-temporale Cartesiana , da cui scaturì il tracciato di tutta l'arte moderna; travaglio condiviso con Braque con il quale lavorò intensamente per trovare la soluzione al problema della terza dimensione e riportare alla superficie piana della tela, lo spazio.
Il "reale condiviso" doveva essere rappresentato includendo i molteplici punti di vista, i quali corrispondono a diverse posizioni spaziali e temporali degli osservatori.
Fornire insomma, la simultaneità di vari punti di vista, al fine di delineare una visione comune, ricca di cromatismi compositi che pertanto determinano ambiguità e distorsione della percezione del reale; ciò proprio a differenza delle concezioni classiche basate su di una immutabile prospettiva.
 

Fauvismo
Da fauves (in francese "belve feroci"). Fu un Movimento artistico di breve durata (1905-1907).
Henri Matisse fu il massimo esponente del movimento artistico.
I giovani fauves discutevano molto di impressionismo, spesso in termini negativi ma apprezzando la novità di una luce generata dall'accostamento di colori puri.
La loro arte si basava sulla semplificazione delle forme, sull'abolizione della prospettiva e del chiaroscuro, sull'uso incisivo del colore puro, spesso spremuto direttamente dal tubetto sulla tela. La forma e il colore, nella loro immediatezza dava il significato all'opera, scavalcando le regole accademiche.
La ricerca artistica era fondata sull'autonomia del quadro che andava arricchito di segni, colori e forme in maniera libera.
Il movimento non era interessato alle questioni politico-sociali contemporanee e pertanto era, nella sua espressione, libero da condizionamenti di natura interiore.
L'arte come esternazione del sentire del soggetto in relazione ad un oggetto esterno. Espressione pura che viene dall'esterno.
Il fauvismo rappresenta la prima vera rottura con l'impressionismo ed è la prima esperienza moderna che svincola il rapporto tra colore reale delle cose e colore impiegato per la loro rappresentazione pittorica.

 

Futurismo

C’è il manifesto di seguito trascritto del movimento dapprima politico-letterario e poi anche artistico che dice tutto sul Futurismo:

 

Tommaso Marinetti ed il manifesto futurista (20 Febbraio 1909):

  • noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità

  • il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia

  • la letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno

  • noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un’automobile ruggente, che sembra correre  sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia

  • non vi è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia carattere aggressivo può essere capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro tutte le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo

  • noi vogliamo glorificare la guerra –sola igiene del mondo- il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore ed il disprezzo della donna

  • noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.

1912: Anton Giulio e Arturo Bragaglia presentano i concetti del Fotodinamismo a Marinetti e ai futuristi ma la tecnica è ripudiata dal Boccioni e dagli altri pittori futuristi che non colsero al volo l’innovazione della “macchina” (qui intesa come foto-camera), del suo progresso, che ricalcava comunque il concetto di velocità di dinamismo.

 

Col futurismo vi è la rottura di ogni convenzione  letteraria e figurativa.

Balla, Boccioni, Carrà, Severini, Russolo firmano nel 1910 il primo manifesto della pittura futurista.

Nel 1916 sulla falsariga del Futurismo, subentrò alla follìa umana della guerra, quella guerra tanto fomentata dagli interventisti cui facevano parte i futuristi, l’ironia del manifesto Dadaista.

 Torna su

Astrattismo
L'astrattismo, proprio in quanto forma d'espressione artistica ribelle, non viene accettata in quell'Europa degli anni'30 dove imperversano i regimi totalitari che esigono un "ritorno all'ordine" e che costringono molti artisti ad emigrare in America e sperimentare liberamente nuove formule per fare arte come l'Action Painting .
L'astrattismo, è la rappresentazione della realtà caotica con la totale repulsione della razionalità negando il concetto di immagine (reale) ma lo stesso concetto dell'arte in senso lato.
Un momento artistico, l'astrattismo, che è stato in parte sezionato dalla psicologia gestaltica che studia la percezione e l'interazione dei colori e delle forme: attraverso un astratto è possibile risalire alle esperienze psicologiche dell'artista o perlomeno alla sua percezione della vita indipendentemente da ciò che ha realizzato.
Un modo di comunicare che fa presa di riflesso sull'osservatore, che ha a sua volta trascorso esperienze tali da fargli percepire psicologicamente sensazioni magari non ben definite, ma che lo rendono in grado di individuare la traccia esistenziale dell'artista.


In questo caso, l'opera non solo è traccia del proprio essere al mondo, che risulta il valore minimo, ma rimane come testimonianza dell'essere al mondo in un particolare momento, in una particolare situazione, in un particolare contesto e così via. Ed assume, pertanto, valore di documento storico-culturale proprio perché è il frutto di quella particolare storia e di quella particolare cultura.

Mario Pezzica

 

Dadaismo

(dada: parola coniata a caso da Tzara alle ore 18.00 dell’8 Febbraio 1916 in presenza di Arp al Café de la Terrasse di Zurigo. In russo vuol dire due volte “sì”, in tedesco, due volte “questo”; ma in realtà era il nonsenso il significato che se ne voleva  dare…).

E’ il caso del Dadaismo (1915-1922) in cui per la prima volta l’opera d’arte presenta un concetto, una forma mentale piuttosto che un’immagine.

Nasce come rivolta intellettuale e conseguenza dello sconvolgimento  sociale della 1a guerra mondiale e pertanto, insieme al Surrealismo sarà non solo rivoluzione visiva, ma anche culturale.

Probabilmente il Dadaismo non era arte di per sé, ma solo un pretesto per rompere le regole, mettere scompiglio ed adottare ogni elemento estraneo all’arte per fare arte utilizzando materiali più disparati come fil di ferro, fiammiferi, oggetti di ogni genere (noto l’orinatoio di Marcel Duchamp con semplice apposizione di una firma)… e la fotografia, sotto forma di collages, di non-immagini.

 

Tristan Tzara ed il manifesto dadaista (1918):

  • azione distruttiva del proprio essere

  • abolizione della logica

  • distruzione dei valori borghesi

  • abolizione della memoria

  • abolizione dell’archeologia (la memoria storica)

  • abolizione dei profeti (dell’esperienza e delle regole che essa produce)

  • abolizione del futuro

L’arte pura non ha regole e si cerca di salvare l’umanità dalla follia dell’epoca, dalla guerra cercando di azzerare i valori e le ideologie che hanno portato ad essa.

 

La gente si comporta come se nulla fosse accaduto.

La carneficina  continua e loro si giustificano

con la “gloria  europea”.

Tentano di rendere possibile l’impossibile,

di far passare il disprezzo dell’umanità,

lo sfruttamento dell’anima e del corpo della  gente,

tutta questa civile strage come un trionfo

dell’intelligenza  europea.

Non ci convinceranno a mangiare il pasticcio putrefatto

Di carne umana che ci offrono.

(Hugo Ball)

 

Il dadaismo si esprime al massimo presso il Cabaret Voltaire dove il pubblico interagisce con manifestazioni anche teatrali durante le quali è invitato anche a distruggere le opere esposte ironizzando sulla distruzione della guerra.

 

Man Ray (1890-1976):

Personaggio eclettico della storia dell’arte. E’ fotografo, inventore di oggetti, scultore, autore di film, subisce influenze cubiste, è dadaista, vicino al surrealismo europeo.

 

Dipingo ciò che non posso fotografare.

Fotografo ciò che non voglio dipingere.

Dipingo l’invisibile.

Fotografo il visibile.

(Man Ray)

 

La ricerca artistica di Man Ray abbraccia vari generi artistici in “modalità libere”  per approdare a vere e proprie opere originali come Cadeau (ready-made del 1921 in cui si rappresenta un ferro da stiro con 14 chiodi di acciaio sulla piastra), l’alfabeto per adulti (nudi di persone disposte a forma di lettere) ed i suoi forse più noti rayogrammi: immagini fotografiche astratte realizzate senza macchina fotografica.

Con il dadaismo provocatorio, bizzarro, astratto, concettuale di Man Ray e di Marcel Duchamp si gettano le prerogative  del Surrealismo e della più recente Pop Art.

 Torna su

Bauhaus -costruttivismo- (1919):

Walter Gropius fonda la famosa Accademia di Belle Arti e scuola di Arti e Mestieri.

 

Vogliono creare delle nuove corporazioni di artigiani

estranei a quell’orgoglio di categoria che eleva un muro di superbia

tra artigiani ed artisti.

Dobbiamo volere, immaginare, preparare in comune il nuovo

Edificio dell’avvenire, che unirà armoniosamente

Scultura, Architettura, Pittura; e questo edificio

S’innalzerà per le mani di milioni di operai nel cielo futuro,

emblema cristallino della nuova fede dell’avvenire

 

Era un po’ la sintesi del pensiero socialista per cui l’arte poteva essere al servizio del popolo, rendendo abbordabile il design a tutti i livelli sociali.

Fondata su modello rinascimentale, dove maestri ed artigiani sviluppavano insieme in un work in progress, soluzioni estetiche relativamente alle arti che essa accoglieva per confluirle nell’architettura.

Nel 1933 la scuola fu chiusa dai nazisti con l’accusa di essere un centro di intellettuali comunisti.

 

Surrealismo

Mentre il dadaismo colloca gli elementi seguendo il caso, il surrealismo colloca gli elementi senza l’intervento della ragione e quindi senza nemmeno seguire il “caso”, ma si lascia trasportare dalla psiche.

Il dadaismo è una ribellione al momento storico.

Il surrealismo non si ribella a nulla perché va al di là di ogni cosa legata alla realtà.

Il dadaismo è politicamente simil-anarchico.

Il surrealismo attua il suo momento di libertà sociale attraverso la rivoluzione.

Figura guida dei surrealisti è Karl Marx.

 

1899: Sigmund Freud pubblica l’interpretazione dei sogni.

 

Due generi di Surrealismo:

  1. Automatismo: totalmente anarchico, tendente all’astrattismo (quello di Mirò)

  2. Psicologico: che fondava il tutto sull’inconscio dei sogni in quanto influenzato dalle teorie freudiane (Maigrette, De Chirico, Dalì…) dando luogo ad opere a contenuto realistico ma rappresentate in maniera bizzarra.

Automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere,

sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo,

il funzionamento reale del pensiero.

Dettato dal pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale

(André Breton –1924-)

 

La ricerca, senza interpretarla, ma rappresentandola, del sogno; ovvero il momento in cui si conciliano sonno/sogno e veglia.

 

L’opera surrealista nasce accostando oggetti reali in contesti estranei ad essi stessi ricreandone di altri “impossibili”.

Il surrealismo è la rappresentazione del sogno o dell’inconscio estrapolato da stati di paranoia indotta.

 

Durante l’intera giornata, seduto davanti al cavalletto fissavo la tela come un medium

Per vederne sorgere gli elementi della mia immaginazione.

Quando le immagini si collocavano esattamente nel quadro io le dipingevo immediatamente, a caldo.

Ma a volte, dovevo aspettare delle ore e restare in ozio con il pennello immobile in mano

Prima di veder nascere qualcosa.

 

Il corpo umano è pieno di cassetti segreti che solo la psicoanalisi è in grado di aprire.

 

Il fatto che neppure io, mentre dipingo, capisca il significato dei miei quadri,

non vuol dire ch’essi non ne abbiano alcuno: anzi, il loro significato è così profondo,

complesso, coerente, involontario da sfuggire alla semplice analisi dell’intuizione logica.

(Salvador Dalì)

 Torna su

Arte Digitale: possibili scenari dell’imminente presente.

“Grande Opera Italiana” è il titolo di una mostra d’arte contemporanea che al momento in cui digito queste righe, si svolge ancora presso il Castel S.Elmo a Napoli.

Vi sono presenti opere di alcuni dei massimi rappresentanti dell’arte italiana.

Arte contemporanea… ma vediamo un attimo cosa offrono gli strumenti di oggi per fare arte non più contemporanea ma “presente”.

Grazie al più usato programma di elaborazioni immagini, il Photoshop, è possibile ritrasformare, modificare, elaborare, sovrapporre un’immagine su un’altra con estrema faciltà, creando immagini stampabili su tela, a plotter o magari registrate su supporti magnetici per essere semplicemente archiviate  e mostrate forse solo a pochi.

E’ grazie alla trasmissione sul web, attraverso internet, la posta elettronica che è possibile trasmettersi tra più cyber-artisti, all’infinito, una stessa immagine ritoccandola, rielaborandola di volta in volta.

Quando trasmettere un file di 1Gb in un paio di minuti sarà cosa di tutti i giorni, in un contesto cosmopolita come quello che si sta sviluppando nell’era di internet, artisti di varie parti del mondo si metteranno in contatto tra loro per realizzare opere online, comporre a più mani, un’unica opera modificabile all’infinito.

Un fotografo di Napoli passerebbe un paesaggio del Golfo ad un grafico giapponese che a sua volta, dopo aver effettuato il proprio intervento, la passerebbe ad un pittore francese che dopo aver stampato l’immagine, apporrebbe su di essa delle pennellate tradizionali per poi rifotografare il risultato e trasmetterla ad altro pittore in Kenia e così via… E le mostre saranno delle collettive, intese non come singole opere realizzate da singoli individui, ma singole opere realizzate da più artisti.

E’ un possibile scenario dell’immediato presente. In effetti il suddetto è un modo di fare arte che già vive in alcune comunità di internauti (che magari non si conosceranno mai di persona), ma il grosso pubblico non ne sa ancora un granchè.

Torna su

segue 3a PARTE

 

 

 

 

 

 

 

 


 
News

ARTICOLI: tutto sull'editoria

La tua recensione 
Leggi editoria
Links editoria
Nuovi autori
Dedicato agli Editori
Concorsi letterari
Opportunità
Glossario
Downloads
Contatti
Blog (versione beta)
VIDEO NEWS!
Cerca nel sito

Newsletter

Scrivi la tua E MAIL, riceverai i nostri aggiornamenti - Privacy

  | Info | Chi siamo | Editing servizi | Web master | FAQ | Eventi | Links editoria | Confgiovani | Invia la notizia | HOME | Policy/Cookie |

Gutenberg2000 news Copyright 2003-2015 © - Tutti i diritti riservati - All rights reserved

Sito web ottimizzato per Explorer 5.0  e succ.- Risoluzione schermo consigliata 1024 x 768 pixel